LA SETTIMANA SANTA A SARAGOZZA

riti (e ritmi) secolari nella capitale dell’Aragona

fotografie e testo di Massimo Pacifico

Le celebrazioni della Settimana Santa a Saragozza, la capitale dell’Aragona, Spagna nord-orientale, iniziano il sabato che precede la Domenica delle Palme, con la processione del Pregòn. E’ la prima delle 53, solenni, previste dal fitto programma messo in scena, ogni anno, dalle 24 confraternite locali. Quasi tutti I confratelli (e le consorelle) vestono un alto copricapo conico che nasconde il viso, e una tunica dello stesso colore a tinta unita che distingue le diverse congregazioni. Durante le processioni che praticamente non conoscono soste, i fedeli incappucciati fanno sfilare per le antiche strade del centro storico immagini e simboli che ricordano I momenti salienti della passione, della morte, e, la domenica di Pasqua, della resurrezione del Cristo. Molte donne indossano abiti a lutto e preziose mantiglie. Il ritmo delle processioni è scandito da bande di ottoni, e, soprattutto, da tamburi e grancasse che vengono sollecitati incessantemente. Il rito con più partecipanti è quello del Venerdì santo, l’Entierro (la sepoltura) che detiene, in Spagna, il record in quanto a presenze: sono 3500 solo quelli che percuotono I tamburi. Nel 2013, l’anno in cui le foto del servizio sono state realizzate tale processione non ha avuto luogo a causa delle pessime condizioni atmosferiche e di pioggia insistente.

La domenica di Pasqua ha luogo, nella piazza della basilica di Nostra Signora del Pilar, il rito finale, festoso, che ripropone l’incontro di Maria col figlio risorto. A seguire balli, profani, della tradizione folcloristica dell’Aragona.

 

 

 

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