QUANDO SI TROVANO LE BUGATTI...

si celebra il mito di Ettore e Jean


Nel 1909 Ettore Bugatti fonda a Molsheim (oggi Mulhouse), in Alsazia, a quell’epoca territorio tedesco, la sua fabbrica di automobili. Nato a Milano nel 1881 in una famiglia di artisti (suo nonno Giovanni Luigi era scultore, suo padre, Carlo un affermato disegnatore di mobili e gioielli, sua zia Luigia, detta Bice, la compagna di Giovanni Segantini) è animato dalla convinzione che l’attività imprenditoriale debba essere manifestazione e coronamento della personalità e non strumento di mero guadagno. Le sue creature lo dimostrano da subito. Si fanno notare per la loro bellezza e la loro leggerezza. E per la caparbia ostinazione del progettista di voler ignorare le innovazioni tecnologiche adottate man mano dai suoi concorrenti.

Le auto da competizione corrono colla livrea nazionale di colore azzurro – dopo il trattato di Versailles l’Alsazia è di nuovo francese – senza troppi successi sino al 1925, quando una vetturetta Bugatti, la Type 35 guidata da Meo Costantini, vince per la prima volta la Targa Florio (successo ripetuto dalla maison per i successivi tre anni) e nel 1926 si afferma nel Campionato del Mondo dei Grand Prix, la formula 1 d’allora, riportando la vittoria nei gran premi di Francia, Europa e Italia. Con le vittorie arriva anche il relativo successo commerciale. In quegli anni Ettore lavora anche alla produzione di una mastodontica automobile di gran lusso, la Royale, con l’intenzione di surclassare la britannica Rolls-Royce e la tedesca Maybach. Il prototipo ostenta molti dettagli in oro (per questo è nota anche come Gold) ma il progetto non si rivela un affare. Dei sei esemplari ultimati se ne vendono solo tre.

Ad Ettore ancora in vita (morirà nell’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine nel 1947) succede nella conduzione stilistica dell’azienda di famiglia il figlio Jean, cui si deve quella che è considerata l’auto più eccentrica e forse la più bella tra quelle sin qui concepite dal genio degli stilisti di automobili di ogni tempo: la Type-57, del 1934. Ha un motore otto cilindri per 3257cc; è prodotta in circa 700 esemplari e capace nella versione 57SC Atlantic (carrozzata, in soli tre esemplari, nelle officine Gangloff di Berna) di 210 km/h. La prima Atlantic fu acquistata dal miliardario inglese Richard Pope ed è dal 1988 nella collezione dello stilista Ralph Lauren. La fabbrica di Moulhouse/Molsheim fu requisita dall’esercito tedesco nel 1941 e “venduta” per 150 milioni di franchi, la metà della sua stima, da Ettore agli occupanti. Per questa vendita forzata Bugatti, a guerra finita, fu accusato e condannato in prima istanza per collaborazionismo. I suoi beni furono sequestrati sino all’assoluzione postuma del 1947, a pochi mesi dalla sua scomparsa.

Atlantic a parte ogni Bugatti è il sogno di ogni appassionato di vetture d’epoca. Molti fortunati che hanno realizzato quel sogno si trovano ogni anno per un raduno internazionale: quello del 2016 avrà luogo a Montreux, in Svizzera, dal 20 al 26 giugno. Le fotografie che seguono si riferiscono a quello svoltosi in Maremma nel 2009.

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