ALESSANDRO COMINI FOTOGRAFO ALL’ ASMARA

documenti visivi dell’Eritrea coloniale

fotografie da BARNUM ARCHIVES • introduzione di Massimo Pacifico


Una storia della fotografia coloniale in Eritrea non è ancora stata scritta. Al tema si sono dedicati studiosi di antropologia e storici dell’Italia d’Oltremare cui si devono contributi interessanti, ma non certo esaustivi. E non sono numerosi, comunque, i documenti originali dell’epoca. Si sa che nessuno fotografò lo sbarco per la conquista del porto di Massaua, nel 1882, che diede inizio all’avventura dell’Italia in Africa e che i primi fotografi stanziali all’Asmara furono Mauro Ledru e i fratelli Francesco e Giovanni Nicotra, tutti messinesi. Si sa che nessuno documentò su lastra le sconfitte di Dogali (1887) e Adua (1896). In quest’ultima occasione sembra che Ledru ci avesse provato, ma la sua attrezzatura, così riportano le scarse cronache, fu distrutta… in corso d’opera. Pare anche che Ferdinando Martini, governatore della colonia dal 1897 al 1907, non tenesse in grande considerazione l’importanza della fotografia documentaria. A Alessandro Comini, fotografo professionista all’Asmara, Martini negò, per sua stessa ammissione, i fondi richiesti per seguire il viaggio ufficiale, che in prima persona avrebbe guidato, alla scoperta del bassopiano occidentale del Paese. Il Governatore ritenne sufficiente per l’occasione l’opera di ufficiali dell’esercito, non specialisti, che avrebbero fatto parte della spedizione, come il tenente Luigi Elia. Comini, comunque, seguì il raid a sue spese! Per certo Comini espose con successo le sue fotografie eritree nell’Esposizione Coloniale del 1906 a Milano, e in quella del Cinquantenario del Regno, a Torino nel 1911. E si sa che col volgere del secolo, e con l’avvento del fascismo, alla fotografia, specie a quella di propaganda, si diede sempre maggiore importanza. Si ignora invece se quando il re d’Italia, Vittorio Emanuele III, divenne imperatore per grazia di Mussolini, nel 1936, Comini fosse ancora all’opera.

Di sicuro in epoca imperiale, ma senza troppa enfasi, l’editore milanese A. Traldi, di Milano, metteva in commercio una piccola raccolta di “20 vere fotografie”, col titolo di “Impero d’Etiopia” e sottotitolo “Paesaggi”, specificando anche “prima serie”, attribuendo le immagini a “Fot. Comini”.

L’album misura 95mm x 65mm, e le fotografie, quelle che seguono, sono stampate con una discreta cura. Lo stile di Comini è fresco e ricorda, nei ritratti, quello di Hippolyte Arnoux, fotografo francese attivo al Cairo per un trentennio, a partire dal 1860, e che ebbe l’incarico ufficiale di documentare i lavori del Canale di Suez prima di entrare in società con Antonio Beato ((v. https://www.barnum-review.com/portfolio/vintage/). Le fotografie non riportano didascalie e non rispondono troppo al sottotitolo che le vorrebbe “Paesaggi”.


 

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