IL PALAZZO FARNESE A CAPRAROLA

una dimora rinascimentale, concepita da Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi e realizzata da Giacomo Barozzi da Vignola, con un impressionante ciclo di affreschi di Taddeo e Federico Zuccari

fotografie di Massimo Pacifico

Il Palazzo Farnese è un grandioso palazzo pentagonale nella cittadina di Caprarola in provincia di Viterbo, Lazio settentrionale, Italia, a circa 50 chilometri (31 miglia) a nord-ovest di Roma. Di proprietà della Repubblica Italiana, il Palazzo è gestito dal Polo Museale del Lazio. Si tratta di una imponente  costruzione rinascimentale e manierista, costruita in pietra rossastra. Fulcro dei vasti possedimenti farnesiani, Caprarola fu sempre un’espressione del potere della famiglia, più che una villa nel senso più consueto dell’agricoltura o del diporto. Nel 1504 il cardinale Alessandro Farnese, futuro papa Paolo III, acquistò il feudo di Caprarola. Fece concepire un castello fortificato, una rocca, dagli architetti Antonio da Sangallo il Giovane e Baldassarre Peruzzi. Successivamente un suo nipote, anch’egli cardinale (e con lo stesso nome) Alessandro Farnese decise di trasformare questo edificio fortificato, e in parte costruito, in  dimora di campagna. Nel 1556 incaricò Giacomo Barozzi da Vignola di terminare l’opera. I lavori iniziarono nel 1559 e il Vignola lavorò al Palazzo fino alla sua morte avvenuta nel 1573. La villa è uno dei massimi esempi di architettura rinascimentale. La loggia interna è affrescata con grottesche raffaellesche, alla maniera delle Logge Vaticane. La galleria e i piani superiori si raggiungono grazie a cinque scale a chiocciola poste intorno al cortile: la più importante di queste è la Scala Regia.

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Gli interni della villa sono disposti su cinque piani, ognuno progettato per una funzione diversa. Gli ambienti principali sono ubicati al primo piano o piano nobile, dove un’ampia loggia centrale (ora vetrata) si affaccia sul paese. Questa sala è nota come Sala d’Ercole per le sue decorazioni, ed era adibita a refettorio estivo. Ha una fontana che ricorda una grotta con sculture a un’estremità. Ai lati della loggia si aprono due ambienti circolari: uno è la cappella, l’altro ospita lo scalone principale o Scala Regia, una chiocciola di gradini sostenuti da coppie di colonne ioniche che si innalzano su tre piani, affrescata da Antonio Tempesta. Tutte le suite sono famose per i loro affreschi. Il programma iconografico, che esprime la gloria dei Farnese, è stato elaborato dagli umanisti di corte, in particolare dal segretario Annibal Caro. I cicli  ritraggono le gesta di Alessandro Magno e ovviamente degli stessi Farnese: nella Sala dei Fasti Farnesiani, decorata dai fratelli Taddeo e Federico Zuccari, i Farnese sono raffigurati in tutto il loro splendore in momenti gloriosi, dal pavimento al soffitto a cassettoni. Altri artisti impiegati nella decorazione furono Giacomo Zanguidi (il Bertoia), Raffaellino da Reggio, Antonio Tempesta, Giacomo del Duca e Giovanni De Vecchi.

I pittori fiamminghi Joos van Winghe e Bartholomaeus Spranger assistettero Bertoia con le decorazioni delle stanze che era stato incaricato di terminare. Tra i soggetti affrescati della contemplativa suite invernale c’è la famosa “Stanza del Mappamondo”, che mostra l’intero mondo conosciuto, così com’era nel 1574, quando furono completati i dipinti. In alto, sulla volta, sono raffigurate le sfere celesti e le costellazioni dello zodiaco.

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SAR_8604 SAR_8578 SAR_8582 SAR_8581 SAR_8587 SAR_8596I giardini della villa sono impressionanti quanto l’edificio stesso. In cima al giardino si trova il Casino, un piccolo chiosco, abitabile, con due logge per mangiare all’aperto. Fu edificato probabilmente su progetto di Giacomo del Duca, con successive modifiche apportate all’area dall’architetto Girolamo Rainaldi. Al casino si accede da scale racchiuse tra pareti di “grotta” fortemente bugnate, con una catena d’acqua centrale, un ruscello a cascata o ‘scala d’acqua’. In cima ai gradini e in uno spazio ovale si trovano grandi statue di due divinità fluviali sdraiate ai lati di una grande fontana centrale. Le scale costruite nelle pareti ovali conducono alla terrazza in parterre davanti alla facciata sud del casino. Questa parte della terrazza è fiancheggiata da erme di pietra con cipressi. Alessandro Farnese morì nel 1589 lasciando in eredità i suoi possedimenti ai parenti – i duchi Farnese di Parma. La favolosa collezione del cardinale fu infine trasferita a Carlo III di Spagna a Napoli. Nell’Ottocento la villa divenne per qualche tempo la residenza dell’erede al trono dell’Italia appena unita.

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