IL TRÈS RICHES HEURES DU DUC DE BERRY

il più bel calendario di sempre

immagini Barnum Archives testo Massimo Pacifico

Il Très Riches Heures du Duc de Berry è il più famoso e forse il miglior esempio sopravvissuto di miniature del manoscritto gotico francese, mostra la tarda stagione gotica internazionale dello stile. È un libro d’ore: una raccolta di preghiere da recitare alle ore canoniche. È stato creato tra il c. 1412 e 1416 per lo stravagante bibliofilo John, duca di Berry, dai fratelli Limbourg. Quando i tre pittori e il loro sponsor morirono nel 1416, probabilmente vittime della peste, il manoscritto fu lasciato incompiuto.Fu ulteriormente impreziosito, nel 1440, da un pittore anonimo, che molti storici dell’arte credono fosse Barthélemy d’Eyck. Nel 1485-1489 fu portato al suo stato attuale dal pittore Jean Colombe per il Duca di Savoia. Acquisito dal Duc d’Aumale nel 1856, il libro è ora l’MS 65 nel Musée Condé, Chantilly, Francia. Composto da un totale di 206 fogli di pergamena di qualità molto fine, di 30 cm di altezza di 21,5 cm di larghezza, il manoscritto contiene 66 grandi miniature e 65 piccole. Il disegno del libro, che è lungo e complesso, è stato sottoposto a numerosi cambiamenti. Molti artisti hanno contribuito alle sue miniature, alla calligrafia, alle iniziali e alle decorazioni marginali, ma la determinazione del numero e dell’identità precisi di questi rimane una questione dibattuta. Dipinto in gran parte da artisti provenienti dai Paesi Bassi, spesso usando pigmenti rari e costosi e oro zecchino, e con un numero insolitamente ampio di illustrazioni, il libro è uno dei più brillanti manoscritti tardo medievali miniati. Dopo tre secoli d’oscurità, il Très Riches Heures si è guadagnato un grande riconoscimento nei tardi anni del XIX e del XX secolo, avendo un’esposizione pubblica molto limitata al Musée Condé. Le sue miniature hanno contribuito a formare un’immagine ideale del medioevo nell’immaginario collettivo, spesso interpretata per servire agende politiche e nazionaliste. Ciò è particolarmente vero per le immagini del calendario, che sono le più comunemente riprodotte. Offrono vivaci rappresentazioni di contadini che svolgono attività agricole e aristocratici in abiti formali, in un contesto di notevole architettura medievale.

Così recita Wikipedia alla voce corrispondente. C’è solo da aggiungere che le immagini che compaiono qui sotto sono sate tratte da Verve, la mitica rivista trimestrale (1937-1960) fondata e diretta da Teriade, che nel numero 7, uscito in piena guerra nel 1940, offrì ai suoi lettori una eccellente, per l’epoca, riproduzione del calendario. La prima ampiamente divulgata in assoluto.”Ora, finalmente, il Calendario appartiene al pubblico” scrisse Teriade nell’editoriale. Nel dicembre 2009, esattamente 70 anni dopo, quando dirigevo la “mia” Verve (2004/21010) riproposi questi straordinari dodici mesi illustrati che, ne sono certo, saranno apprezzati ora anche nella versione per BARNUM.



02_verve40-libro copia

03_verve40-libro copia04_verve40-libro copia05_verve40-libro copia06_verve40-libro copia07_verve40-libro copia08_verve40-libro copia09_verve40-libro copia10_verve40-libro copia11_verve40-libro copia12_verve40-libro copia13_verve40-libro copia

Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.